GLI SPETTACOLINOTIZIEPRIMO PIANOSTAGIONE 2021-2022

DiariLAB, esperienza scenica della Compagnia Teatro A

Memorie, testimonianze, lettere

“Capire cosa vuol dire la guerra in un’epoca in cui i giovani – come tutti noi – sono bombardati dalla cronaca del conflitto odierno è un’operazione doverosa. Le tragedie, i palazzi sventrati, i morti, la gente in fuga, la fame sono i tasselli eterni che compongono ogni conflitto bellico di oggi e di ieri. Capire il viso umano, l’aspetto umano della guerra significa educare alla pace”. Lo ha sottolineato la regista Valeria Freiberg, presentando lo spettacolo della Compagnia Teatro A, “DiariLAB – Memorie, testimonianze, letture sulla guerra”.

Quello proposto è un dramma narrativo composto realizzato con i diari personali dei nonni e bisnonni degli attori coinvolti. Ricomprende testimonianze pervenute attraverso testi scritti ma anche registrazioni audio e video che gli anziani hanno lasciato perché i loro nipoti sapessero l’orrore della guerra, che hanno vissuto.

In scena gli attori Cristina Colonnetti, Tomàs Acosta e Andrea Stefani. Il tessuto narrativo è formato: dal diario di Alessandro Pardi (‘I Monti della Romagna Primavera 1943 – settembre 1944’); dalle lettere da Roma di Laura Baldini Confalonieri (Colonnetti) – 1944/1945; dalle registrazioni audio della famiglia Stefani. A questi documenti personali si uniscono quelle di importanti opere letterarie come ‘Il sergente nella neve’ di Mario Rigoni Stern.

Gli attori sul palco si confronto con le storie vere, realmente avvenute ed è sorprendente vedere come, facendosi portatori di memoria, scoprano il loro legame non solo con le proprie famiglie, ma anche con la Storia collettiva del loro paese.

“La guerra è un fenomeno complesso attraverso il quale si può leggere una società, una cultura e un tempo nel suo insieme, nelle sue dimensioni più profonde “mettendo in ordine” la realtà di oggi – conclude Valeria Freiberg -. Credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di una narrazione più dettagliata, più attenta e più personale di guerra. Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra dimensione umana …”.